Può una Start-up essere già pronta per l’internazionalizzazione?
Si tende a pensare che i percorsi e le strategie per internazionalizzare l’impresa siano appannaggio esclusivo delle grandi aziende strutturate con una vasto bagaglio e una lunga esperienza commerciale alle spalle.
In realtà, i modelli teorici che sino ad ora hanno contraddistinto i processi di internazionalizzazione stanno subendo una profonda revisione dovuta alle nuove tendenze presenti sui mercati globali.
Imprese sempre più giovani e innovative stanno conquistando globalmente importanti fette di mercato grazie alla loro connaturata caratteristica di imprese “Native Globali”.
Il concetto di Born Global (McKinsey & Co., Rennie) fu introdotto originariamente in Australia nel 1993 e successivamente declinato in varie forme tra gli anni novanta e i duemila al fine di identificare le imprese che erano già predisposte naturalmente ai mercati globali, pur se di giovane età.
Cosa caratterizza le imprese Native Globali.
Le caratteristiche principali delle imprese “Born Global” sono:
- Una predisposizione all’internazionalizzazione dell’azienda sin dalla sua costituzione;
- Commercializzazione di prodotti di alta qualità e con caratteristiche peculiari;
- Scelta di nicchie di mercato e settorializzazione;
- Focalizzazione su 1/2 prodotti con contenuti esclusivi e produzione standardizzata;
- Alta qualità nel post vendita e assistenza;
- Ridotta catena di comando nelle scelte aziendali;
- Capacità di tessere relazioni e reti di filiera.
Le strategie di internazionalizzazione per le Start-ups, nascono quindi già con l’idea imprenditoriale iniziale, in molti casi involontariamente per una sorta di predisposizione dei soci fondatori.
L’impresa, seppur giovane e piccola, avrà a disposizione un prodotto di per sé già collocabile senza eccessivi sforzi sul mercato internazionale, grazie ad una attenzione al cliente e ad una propensione naturale al mercato globale.
L’internazionalizzazione “senza sforzi” è direttamente proporzionale alla capacità delle impresa di creare una catena di valore, abbandonando il rigido orticello di casa propria e intraprendendo un percorso “politico-imprenditoriale” che crei reti in grado di supportare la diffusione del prodotto.
L’Italia, tra le altre, è forse una delle realtà a maggior valore aggiunto in relazione al numero di piccole realtà imprenditoriali “Native Globali”.
Le strategie di internazionalizzazione delle Start-up. Delocalizzazione e distretti.
Ciò che più spinge le realtà native globali, è la capacità di localizzarsi o delocalizzare parte dei processi produttivi, all’interno di distretti industriali, avvalendosi di joint-ventures in grado di veicolare la diffusione del prodotto all’interno del nuovo mercato.
Purtuttavia, l’innata capacità di essere già internazionalizzate, pone le giovani imprese di fronte a problematiche di non poco conto se paragonate, invece, a situazioni maggiormente strutturate.
Strategie di internazionalizzazione e pianificazione giuridica – fiscale.
Una buona strategia di internazionalizzazione non può prescindere da un’attenta pianificazione societaria, fiscale e commerciale sul piano internazionale.
Non solo quindi la figura di un buon Temporary Export Manager, ma meglio ancora di professionisti con esperienza giuridica internazionale, che possano affiancare l’impresa lungo il percorso di crescita a livello internazionale.
Su cosa si dovrà porre l’attenzione, quindi?
- Pianificazione societaria e di governance, ossia la scelta della migliore struttura estera per posizionarsi nel mercato di riferimento (Ufficio di rappresentanza, Stabile organizzazione, Società estera);
- Pianificazione contrattuale, ossia la regolamentazione dei rapporti con i partners e fornitori domestici e esteri (Joint-venture, contratti di rete, agenzia commerciale, contratti di distribuzione);
- Pianificazione fiscale, ossia la corretta gestione della società dal punto di vista della tassazione internazionale;
- Scelta degli strumenti di investimento, ove necessari per finanziare il processo di internazionalizzazione.
In conclusione, quindi, le strategie di internazionalizzazione per le Start-up native globali sono essenzialmente semplificate dalla natura stessa dell’impresa, purtuttavia, sarà imprescindibile l’attenzione da riporre nella pianificazione dei passi giusti, dal punto di vista commerciale, legale e fiscale.