Serbia, piccolo Stato, grandi opportunità.
Si assiste in questi anni ad una grande evoluzione in positivo dei paesi dell’aria balcanica sia per la candidatura di molti all’ingresso nell’Unione Europea, sia per il consolidamento delle politiche di investimento di chi fa già parte dell’Unione.
Tra i paesi candidati all’ingresso nell’U.E. c’è la Serbia che, dopo gli anni ’90 e la fine delle tensioni armate con la NATO, ha impresso una svolta pressocchè totale alla sua politica interna candidandosi ad essere uno dei paesi più europei tra gli europei.
La Repubblica Serba ha infatti immesso, grazie anche all’aiuto della Banca Mondiale e di investitori internazionali, un gran numero di investimenti, prevalentemente di tipo infrastrutturale, volti ad attrarre investitori da tutto il mondo.
Il paese gode, infatti, oggi di un potentissimo legame commerciale con la Cina (i serbi infatti non hanno bisogno di visto per entrare nel paese) e di accordi bilaterali che lo vedono quale punto di partenza della nuova “Via della seta”; pur non avendo approdi marittimi, la Serbia gode dell’attraversamento del Danubio in forma navigabile lungo tutto il percorso, cosa ha consentito una forte espansione dei traffici commerciali fluviali.
Il potenziamento delle infrastrutture ha consentito anche l’ampliamento dell’Aeroporto di Belgrado, controllato ora da una società francese, oltre che l’attraversamento di due importanti corridoi autostradali europei. La Serbia e la sua capitale dove vive oltre il 20% di tutta la popolazione della nazione, sono oggi un paese moderno in forte crescita.
Fare business in Serbia.
Nella classifica di Doing Business il paese si posiziona 43° (Più dell’Italia!), può sembrare poco, ma è tantissimo per una nazione che è da poco meno di vent’anni fuori dalla guerra. Il governo serbo e la sua Agenzia degli investimenti hanno avviato da diversi anni un gran numero di investimenti per il paese, tra cui benefici ed incentivi per chi investe e fa export. Il paese ha aderito ai principali accordi di libero scambio al pari di Svizzera e Norvegia.
In Serbia è relativamente semplice costituire una società che godrà di una tassazione “flat” sul reddito del 15%, dividendi, interessi e capital gains al 20% oltre che di deduzioni sul costo del lavoro davvero notevoli per chi assume.
L’IVA è al 20%.
Il governo ha previsto anche Free Trade Zones per incentivare gli investimenti nelle aree più depresse del paese oltre ad incentivi nei comparti manifatturiero e servizi al commercio.
Alcune attività richiedono delle specifiche licenze per operare, ma nel complesso è possibile per una società estere operare tramite una propria branch o filiale senza alcun tipo di problema.
La Serbia ha stilato trattati e convenzioni con numerosissimi stati tra cui l’Italia che, per la sua particolare posizione di vicinanza, giocherà sempre di più un ruolo fondamentale quale partner del paese, come per esempio lo è stato per l’Albania.
La Serbia oggi è quindi un nuovo trampolino di lancio per gli investimenti esteri e per chi vuole internazionalizzare la propria impresa verso l’oriente nonché un punto di partenza per i mercati dell’aera Eurasiatica.