Il manager d’azienda è una figura chiave per le società e soprattutto per quelle che prevedono una netta distinzione tra proprietà e amministrazione con una forte propensione alla delega dei poteri.
Il Top Manager aziendale, racchiude in sé poteri e responsabilità direttamente connessi alla gestione aziendale, ma non è immune da doveri e responsabilità nei confronti della proprietà o del Consiglio di Amministrazione che ha conferito la delega.
Il manager d’azienda, infatti, è pur sempre un lavoratore e sia che esso sia legato da un rapporto di lavoro subordinato o da un rapporto di amministrazione, dovrà rispondere in ogni caso del suo operato in caso di inadempimento contrattuale, statutario o di legge.
Come detto, Il manager d’azienda può configurarsi come lavoratore subordinato (dirigente) o come amministratore nominato per delega (A.D. CEO ecc.). Nel primo caso, il manager deve usare la diligenza in senso tecnico richiesta dall’art. 2104 c.c. così come si deve attenere agli obblighi ed alle direttive impartite dal datore di lavoro, assumendo sempre un comportamento leale nei suoi confronti (obbligo di fedeltà).
Il manager/dirigente, infatti è, come tutti gli altri lavoratori subordinati, sottoposto alla disciplina dei licenziamenti per motivi disciplinari, giusta causa e giustificato motivo, così come è sottoposto all’eventualità di un’azione risarcitoria nel termine prescrizionale di 10 anni, da parte del datore.
Quanto al secondo caso ed in particolare agli amministratori esecutivi, la situazione è afferente al regime dell’amministrazione delle società ed ai doveri degli amministratori.
Il concetto di diligenza, sicuramente in senso tecnico, deve essere applicato a tutta la gestione dei manager, un dovere di porre la più assoluta attenzione sulle scelte operative aziendali. Ancora i managers amministratori sono obbligati alla trasparenza ed alla correttezza nella gestione nonché ad informare la proprietà sul loro modo procedere ed a valutare, ai sensi dell’art. 2381 c.c., il generale andamento della gestione societaria, così come l’adeguatezza dell’assetto organizzativo.
Anche in capo a questi quindi, la possibilità di un’azione di responsabilità da parte della compagine sociale, per violazione dei doveri imposti dalla legge, dalle norme statutarie e dalla delega conferita.
L’azione di responsabilità nei confronti del manager amministratore si proporrà nel termine di 5 anni e sarà deliberata dall’assemblea dei soci.
Il manager d’azienda o top management, quindi, attira verso di sé non solo la facoltà di dirigere la vita aziendale nel pieno esercizio delle sue capacità tecniche, ma anche responsabilità connesse a tale esercizio da cui possono derivare conseguenze importanti per il suo ruolo.