La Costituzione della SRL online è di fatto una realtà.
Sempre più professionisti (notai), infatti, iniziano a cimentarsi con la possibilità di costituire la SRL da remoto attraverso la presenza in videoconferenza delle persone coinvolte nell’operazione.
Il provvedimento è stato varato con il d.lgs. n. 183/2021 in attuazione della direttiva UE 2019/1151, volta a digitalizzare il diritto societario.
Come costituire una società online.
Come detto, il recepimento della direttiva del 2019 ha consentito di avviare quelle riforme volte a rendere il diritto societario sempre più smart e tecnologico.
Le ragioni non sono solo contingenti e dovute alla pandemia che abbiamo vissuto, ma sono anche legate a rendere più fruibile la possibilità di fare business all’interno dell’Unione Europea.
Processi meno burocratizzati che consentano l’applicazione di processi tecnologici avanzati come, ad esempio, attivare una società senza la necessaria presenza fisica nello studio del notaio.
Seppur in ritardo, l’Italia compie passi avanti notevoli, avvicinandosi a Paesi come l’Irlanda e il Regno Unito da sempre iper efficienti nel consentire la costituzione di una società nel più breve tempo possibile (24 – 48 h) e con poche formalità.
A partire dal 5 novembre prossimo sarà, quindi, possibile costituire una srl da remoto, in videoconferenza, tramite una piattaforma che sarà scelta e predisposta dal Consiglio del Notariato e che applichi i modelli suggeriti dal MISE, pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
I modelli di atto costitutivo telematico pubblicati potranno, quindi, essere usati dai notai quali schemi per la redazione degli atti con facoltà di poterli ampliare e modificare ove ricorrano particolari esigenze dei soci.
Prospettive per gli investimenti dall’estero.
Lo strumento appena introdotto, frutto di un provvedimento di uniformazione del diritto societario europeo, dovrà ora affrontare la prova dei foreign investors.
Il Notaio dovrà attrezzarsi per consentire anche agli stranieri che vogliano costituire una società in Italia di poterlo fare telematicamente.
Occorrerà superare il gap linguistico dovuto alla lettura dell’atto costitutivo e dello statuto, magari con l’intervento di un traduttore o con l’adozione di atti in doppia lingua.
Il testo del decreto, in questo senso, non specifica nulla salvo un generico riferimento a modelli predisposti in inglese da parte delle Camere di Commercio, ma ci si augura che il sistema si renda il più possibile flessibile, al fine di consentire un maggior accesso al sistema societario italiano anche per quella fetta di imprenditori stranieri, perlopiù piccoli, che rinunciano ad investire in Italia per il sol fatto di doversi scontrare con l’eccessiva burocrazia.