Se sei il proprietario di un marchio d’impresa registrato, saprai sicuramente che il tuo brand può essere in qualsiasi momento aggredito dalla concorrenza sleale.
Il marchio è l’elemento distintivo dell’impresa, quello che raccoglie in sè la totalità dell’idea del prodotto o servizio che stiamo vendendo.
Il marchio può fare la storia di un prodotto ed è per questa ragione che occorre proteggerlo con ogni strumento consentito dalla legge.
Difendersi è più semplice se gli atti di concorrenza sleale avvengono materialmente tramite, ad esempio, una pubblicità fuorviante pubblicata su un giornale o un’etichetta apposta su un prodotto, ma cosa succede se questi atti sono perpetrati online?
Ogni impresa, dalla più grande alla più piccola, che si occupi di commercializzare un prodotto o servizio, non può fare a meno di avere una sua presenza online.
Non solo un sito web, ma anche una presenza social con cui comunicare ai consumatori la visione, le nuove idee e i nuovi lanci.
Tutto questo comporta un preciso e talvolta ingente investimento i marketing per creare una brand identity unica e diversa dagli altri.
Proteggere il marchio d’impresa online. I tipi di abuso.
Vi sono diversi tipi di abuso che possono essere perpetrati online ai danni di un marchio d’impresa.
Le ragioni sono ovviamente legate alla necessità di sviare la clientela verso prodotti/servizi similari, sfruttando la notorietà e le caratteristiche di un determinato marchio.
Questi cyberattacchi, punibili dalla legge sono:
- Accaparramento di dominio esistente (Domain grabbing) tramite l’utilizzo di estensioni in abbinamento e contestuale utilizzo o rivendita al legittimo proprietario.
Ad esempio il marchio Alfa non ha ancora registrato il suo dominio www.alfa.it e quest’ultimo viene acquistato da un altro soggetto estraneo con il solo scopo di rivenderlo ad Alfa o sviare la clientela.
- Dirottamento di URL (Typosquatting) basato sulla registrazione del dominio di un marchio con differenze minime di digitazione al fine di dirottarne le visite.
La registrazione per esempio del dominio alfaa.it anziché alfa.it
- Uso del marchio altrui quale Metatag o internet keyword, attraverso la gestione dei linguaggi web mediante l’inserimento del marchio altrui. Tali azioni consentono di indicizzare il sito concorrente tramite l’utilizzo illecito di un marchio d’impresa altrui al fine di dirottarne la clientela e ingannare i consumatori.
Tale tipo di abusi possono avvenire anche per mezzo di strumenti pubblicitari a pagamento (es. Adwords), tramite l’inserimento di parole chiave corrispondenti al marchio altrui.
Ad esempio la ditta Beta, concorrente di Alfa, pubblicizza scarpe di qualità tramite strumenti online a pagamento.
La ditta Beta inserisce “alfa” tra le keywords comparendo tra gli annunci quando gli utenti cercano “scarpe alfa”.
- Accaparramento di account (Account squatting), finalizzato a registrare accounts su social media con il marchio altrui al fine di sviarne la clientela.
Altre forme di concorrenza sleale online possono avvenire in presenza di uso del marchio altrui per contraddistinguere prodotti contraffatti o perpetrare delle truffe con false identità.
Quali strumenti utilizzare per proteggere il marchio d’impresa online.
La difesa del marchio presuppone innanzi tutto che lo stesso sia stato registrato presso una delle istituzioni preposte per la tenuta dei registri di proprietà intellettuale ed industriale.
La registrazione può avvenire a vari livello domestico (in Italia, ad esempio, con la registrazione all’UIBM) o internazionale (EUIPO e WIPO).
Una volta garantita la legittimità del possesso del marchio, è possibile attuare varie strategie per la difesa del proprio diritto.
Trattandosi del web e dei suoi complicati meccanismi, è opportuno monitorare costantemente il proprio brand tramite semplici ricerche. Un utilizzo illecito da parte di terzi potrebbe così facilmente essere scoperto.
Oltre alla semplice ricerca sui vari motori, esistono anche software specifici capaci di monitorare su larga scala l’utilizzo sleale del marchio altrui.
Identificata la potenziale violazione, è possibile segnalare la stessa ai gestori dei motori di ricerca (Google, Yahoo ecc.) che si faranno carico di aprire una pratica per verificare se la violazione è effettivamente in corso.
Nel caso di utilizzo abusivo di domini altrui, sarà anche possibile avvalersi di strumenti di mediazione presso organismi specializzati nella risoluzione di questo tipo di controversie (ICANN).
Gli Strumenti legali per il contrasto della concorrenza sleale online.
Qualora gli strumenti messi a disposizione dagli stessi motori di ricerca non siano sufficienti, sarà possibile poi ricorrere agli strumenti legali per la tutela del marchio online.
A seconda della violazione riscontrata, si potrà procedere con una diffida sino ad arrivare ad un procedimento d’urgenza da richiedere innanzi al Tribunale.
Molto complesso sarà il tema della dimostrazione della violazione (la prova). Non sarà sufficiente la sola acquisizione degli screenshots del sito web, ma occorrerà utilizzare degli strumenti digital-forensic che garantiscano al giudice l’autenticità dell’acquisizione.
In conclusione, quindi, proteggere il marchio d’impresa online non è un compito semplice, purtuttavia non potendosene fare a meno, è opportuno supportare la propria impresa con adeguati strumenti di tutela al fine di prevenire potenziali abusi e conseguenti danni.