Sempre più aziende ci chiedono consulenza sulla classificazione delle merci in dogana e su come applicare la nomenclatura doganale prevista dal Sistema Armonizzato Internazionale di codificazione delle merci.
Il Sistema Armonizzato, consente alle aziende di tutto il mondo di poter agilmente riconoscere e designare le merci secondo macro-categorie al fine di poter ben identificare, reciprocamente, l’applicazione dei dazi.
Il nuovo Codice Doganale ha poi introdotto diverse novità in tema di classificazione delle merci in dogana.
Come è strutturato il Sistema Armonizzato.
Il Sistema è formato da 99 capitoli e 21 sezioni in cui vengono designate le merci secondo categorie e settori merceologici.
A tali categorie viene assegnato un codice di sei cifre che individua la macro-categoria (capitolo) e le voci correlate.
Per fare un esempio, alla categoria del latte e suoi derivati viene assegnato il capitolo 04. Al capitolo corrispondono delle voci.
La voce 0401 riporta tutte le merci “Latte e crema di latte, non concentrati e senza aggiunta di zuccheri o di altri dolcificanti”, ancora più nello specifico la sottovoce 040110 afferisce ai prodotti “Latte e crema di latte, non concentrati e senza aggiunta di zuccheri o di altri dolcificanti aventi tenore, in peso, di materie grasse inferiore o uguale a 1)%”.
I rapporti con fornitori e clienti extra UE.
Quello che maggiormente preoccupa gli imprenditori dell’Unione Europea nei rapporti con i propri fornitori extra-UE, è l’applicazione della Nomenclatura Combinata dell’Unione Europea, rispetto al Sistema Armonizzato.
Nella pratica capita infatti che il fornitore estero, che magari non ha mai avuto a che fare con clienti in UE, abbia come riferimento la nomenclatura del Sistema Armonizzato e non quella ad 8 cifre dell’Unione.
In realtà, la Nomenclatura Combinata dell’UE non fa altro che aggiungere due cifre a quella internazionale al fine di meglio specificare e applicare la Tariffa Doganale Comunitaria nei confronti dei Paesi aderenti al GATT.
Le regole per applicare correttamente la nomenclatura alle merci.
Quando ci si trova di fronte ad un dubbio interpretativo circa l’applicazione della nomenclatura corretta alle merci e quindi del relativo dazio, occorre rifarsi ad alcune regole:
- I titoli delle sezioni, capitoli e sottocapitoli sono da considerarsi indicativi. Si considera sempre la descrizione oggettiva della merce;
- Il bene incompleto e semilavorato va considerato come quello completo e finito, così come il riferimento ad una materia mescolata o additivata, va esteso alla materia stessa in assenza di lavorazione;
- La voce più specifica deve prevalere su quella più generale;
- In caso di prodotti o materie composite, si deve far riferimento alle caratteristiche essenziali;
- Qualora non si trovi l’esatta corrispondenza del bene o quella più vicina, ci si deve sempre riferire alla numerazione che contiene la voce “altri” ossia l’ultima in ordine;
- Quando la merce non trova corrispondenza nella nomenclatura si deve procedere per analogia;
Come risolvere il problema della classificazione.
Negli ultimi anni, si è osservata una crescita dei contenziosi basati sulle interpretazioni della classificazione delle merci in Dogana.
Oltre alle Corti nazionali, il più delle volte le imprese hanno dovuto far ricorso alla Corte di Giustizia UE, chiamata ad interpretare le caratteristiche della merce ai fini della classificazione.
Ove ci si ponga il problema di come classificare la merce in Dogana, uno strumento utile può essere quello delle Informazioni Tariffarie Vincolanti.
La procedura funziona un po’ come l’interpello per l’Agenzia delle Entrate solo che è rivolta all’Ufficio Tariffe Doganali dell’Agenzia delle Dogane.
Si presenta un’istanza contenente tutti i dettagli della merce da importare e della nomenclatura richiesta e individuata a cui seguirà una pronuncia dell’ufficio competente.
Tale procedura, può rivelarsi davvero utile in presenza di dubbi interpretativi o applicazione di dazi in maniera non conforme al diritto doganale dell’Unione.
La materia doganale quindi è vasta e complessa, occorre porre sempre molta attenzione alle procedure di sdoganamento e all’applicazione delle conseguenti tariffe al fine di evitare che un naturale scambio di beni si trasformi in un’attività eccessivamente onerosa in termini economici e procedurali.