Il Regno Unito è ormai da tempo fuori dall’Unione Europea. Una scelta discussa che ancor oggi divide, in quanto non ne si appezzano gli effettivi benefici, anzi, il Paese sembra sprofondato in una crisi profonda da cui sembra per il momento non uscirne.
Purtuttavia, Il Regno Unito ed in particolar modo Londra, continuano ad avere un certo appeal tanto da essere ancora meta preferita degli expat, soprattutto italiani.
Aprire un’attività nel Regno Unito ha ancora i suoi vantaggi?
Dal punto di vista prettamente economico e di mercato, fare business nel Regno Unito è ancora conveniente.
Brexit non ha cambiato le procedure semplificate per l’apertura delle società (la LTD tra le più scelte) ed è rimasta per il momento invariata la tassazione (flat tax) sul reddito d’impresa attualmente al 19%.
Londra rimane ancora il c.d. “ombellico del mondo” per chi voglia fare affari internazionali entrando in contatto con numerose opportunità di crescita e di business.
Nessuna variazione, inoltre, è avvenuta negli accordi bilaterali tra Italia e UK, che mantengono stabilmente le condizioni di reciprocità giuridica, così come nessuna variazione è per il momento intervenuta negli accordi con l’Unione Europea.
Indubbi anche i vantaggi fiscali in caso di trasferimento di capitali di cittadini non residenti.
Tra gli svantaggi che Brexit ha portato, vi è di sicuro l’uscita dal Mercato Unico, che ha comportato una generica impennata dei prezzi, facilitata anche dall’attuale congiuntura mondiale, nonché la reimposizione dei dazi e controlli doganali con evidenti criticità per gli operatori commerciali e per chi si sposta.
Trasferirsi ne Regno Unito per aprire una società.
Ove si decida di aprire una società nel Regno Unito per fare business, occorrerà mettere in conto un ulteriore step da affrontare. La richiesta di Visto.
Prima di Brexit, i cittadini dell’Unione Europea beneficiavano della libertà di stabilimento nel Paese, circostanza che adesso non è più ammessa salvo che non si benefici di un setllement o pre-settlement status.
Occorre quindi pianificare l’investimento tenendo in considerazione tale circostanza.
La mancanza di un diritto acquisito pre-Brexit, comporta che unitamente all’apertura di una società, occorrerà inviare una domanda all’Home Office, al fine di ottenere un permesso di soggiorno “Skilled Workers License” e di una “Sponsorship”.
La procedura andrà seguita in tandem da professionisti competenti in materia commerciale, societaria e nell’immigrazione.
Occorrerà dimostrare, tramite un’appropriata relazione, quali sono le skills (competenze) dei lavoratori che intendono entrare nel Paese e quale valore aggiunto possono apportare alla società costituita.
La durata del visto dipenderà dalla tipologia di skills di ciascun lavoratore.
In conclusione, quindi, al fine di impostare correttamente il progetto di business, partendo da uno status di non residente, occorrerà:
- Redigere un business plan appropriato con indicazione delle capacità economiche e delle prospettive commerciali;
- Costituire la società nel Regno Unito secondo i modelli che più si addicono al business;
- Valorizzare le skills già acquisite o programmarne l’acquisizione secondo i parametri indicati dall’Home Office;
- Inoltrare la domanda per il visto di Skilled Workers.
I passaggi risultano sicuramente più complessi, ma investire nel Regno Unito è ancora un’opportunità che bisogna cogliere ad occhi chiusi!