Stai per sottoscrivere un contratto internazionale di distribuzione? Devi assolutamente evitare 5 errori comuni che possono comportare serie conseguenze in caso di contenzioso.
Di recente ci siamo occupati della revisione di un contratto di distribuzione a lungo termine, sottoposto da un contraente straniero, sprovvisto dei più elementari requisiti previsti nella prassi tecnico – redattiva di questi tipi di contratto.
La controparte straniera, in qualità di acquirente, sottoponeva una bozza del tutto sbilanciata in suo favore, che lasciava poco o addirittura nessun margine alla negoziazione e alla tutela della parte venditrice.
Oltre alla copiosa dottrina in materia, nella stesura del parere e della bozza revisionata, ci siamo inoltre avvalsi del prezioso contributo istituzionale fornito dalle linee guida e materiali della Camera di Commercio Internazionale.
Quali sono, quindi, i 5 errori da evitare nel contratto internazionale di distribuzione?
1) Sottoscrivere un testo poco dettagliato.
Si sa, la fretta è cattiva consigliera! Sappiamo che il più delle volte le transazioni commerciali richiedono speditezza e velocità nell’interesse, appunto, del commercio stesso e del profitto.
Purtuttavia, le conseguenze di un comportamento affrettato o poco cauto, possono essere in molti casi particolarmente gravi.
E’ bene dedicarsi con attenzione al testo contrattuale e alla regolamentazione di tutti i rapporti che ne discenderanno. Nello specifico del contratto di distribuzione, è opportuno dettagliare con minuzia ogni particolare, dalla tipologia e caratteristiche del prodotto distribuito, sino ai termini e condizioni di pagamento.
Il prodotto tecnologico, ad esempio, può subire cambiamenti nel tempo ed è per questo necessario inserire una clausola sulle modifiche e aggiornamenti dello stesso o sulle variazioni di prezzo.
2) La mancanza di scelta del foro competente e della legislazione applicabile.
Può essere controproducente non scegliere un foro competente e legge applicabile o addirittura subire ciò che viene proposto da controparte.
Le parti del contratto possono infatti scegliere di regolare il contratto secondo l’ordinamento di uno dei Paesi di appartenenza, di una Convenzione internazionale o della Lex Mercatoria.
In caso di contenzioso, la mancanza di una scelta ben precisa e ponderata comporterà tutta una serie di analisi del rapporto contrattuale che dovranno essere effettuate da un giudice o da un arbitro.
Purtuttavia, la scelta del diritto applicabile non è così semplice e presuppone uno studio approfondito delle norme e del rapporto contrattuale.
Va inoltre attentamente ponderato quale strumento prediligere per la risoluzione delle controversie, se il Tribunale o un metodo alternativo come l’arbitrato.
3) La mancanza di una exit strategy in caso di eventi straordinari.
Ci siamo molte volte trovati di fronte alla mancanza di clausole e condizioni di risoluzione contrattuale in presenza di situazioni straordinarie che colpiscono una delle parti.
Ad esempio, la mancanza di una clausola risolutiva espressa in caso di insolvenza o addirittura la totale assenza della clausola di forza maggiore, ad esempio da attivarsi in caso di pandemia.
La mancanza di clausole fondamentali per le parti rende debole il rapporto e più alto il rischio di soccombenza in caso di contenzioso.
4) La perdita di controllo sul prodotto.
Non infrequente, la pressoché totale assenza o la presenza troppo sbilanciata di clausole relative al trasferimento di proprietà dei prodotti.
La questione è di non poco conto, soprattutto se ci si relaziona con ordinamenti ad “alto rischio”.
Il trasferimento della proprietà del prodotto è solitamente legato al suo trasferimento fisico e non al pagamento del prezzo, purtuttavia occorre prestare attenzione a regolare dettagliatamente la questione che dipenderà per lunga parte dalla scelda della legge applicabile.
Abbiamo riscontrato, non di rado, contratti in cui la proprietà del prodotto veniva trasferita interamente all’acquirente prima del saldo prezzo, senza che il venditore potesse fare alcunché.
In questi casi, oltre a rivedere le clausole relative alla spedizione e trasporto Incoterms 2020 (R), occorre intervenire sulla regolamentazione dei pagamenti avendo anche fiducia nell’utilizzo di strumenti di pagamento sicuri largamente utilizzati nella prassi internazionale.
5) Clausole di Technical warranty poco efficaci.
Tra i 5 errori da evitare nei contratti internazionali di distribuzione, vi è anche la scarsa regolamentazione delle situazioni legate alla conformità dei prodotti.
Un contratto di distribuzione, soprattutto se di valore importante, dovrebbe minuziosamente disciplinare la responsabilità in capo al produttore per non conformità e difettosità dal prodotto e i relativi rimedi.
Stessa dettagliata disciplina riguardo alle modalità di verifica e contestazione dei difetti in capo al compratore.
Questi sono solo alcuni (i più importanti) errori da non commettere, ma un contratto di distribuzione internazionale va compiutamente analizzato al fine di prevenire ogni possibile rischio per cui non vi sia rimedio se non il contenzioso.
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